Cominciamo subito con la Cerquabella di San Marcello.
Il
nome Cerquabella,
scritto nelle
sue varie
forme (si
può anche
dire Cerqua
Bella,
Querciabella o
Quercia Bella)
è uno
dei più
inflazionati nel
mondo dei
grandi alberi.
Dato per
scontato che
la Cerquabella
per antonomasia
era quella
di cui
resta in
piedi il
simulacro in
quel di
Montegiorgio, si
ha notizia
di un
albero con
questo nome
in provincia
di Pesaro,
comune di
Novellara, in
Via di
Quercia Bella.
Sparito l’albero
che aveva
dato il
nome alla
via, il
ruolo venne
assunto da
una quercia
più piccola
posta lì
vicino, finché
non sparì
anche questa.
Un superbo
esemplare con
questo nome
venne abbattuto
negli anni
Sessanta del
secolo scorso
in comune
di Monte
San Martino.
Ne esisteva
una in
comune di
Quadro (TR),
poi dimezzatasi
per un
fortunale e
forse oggi
estinta. Oramai
defunta quella
che era
il vanto
del mondo
vegetale di
Ostra (AN).
Fra quelle
tuttora viventi
ce n’è
una, conosciuta
solo a
livello locale,
in comune
di Montottone
(FM). La
più nota
di tutte
e anche
la più
grande, è
presso Marcetelli
(RI).
Quella
che, nelle
Marche, presenta
ancora un
aspetto e
una condizione
degni del
nome, è
la Cerquabella
posta in
località
Acquasanta,
comune di
San Marcello
(AN). Dimensioni
(m. 5,10
la circonferenza
del tronco,
30 metri
il diametro
della chioma)
e bellezza,
vengono esaltati
dall’isolamento
in aperta
campagna.
Proprietaria è
Gabriella
Santoni, di
Belvedere
Ostrense, molto
legata da
vincoli di
affetto, un
affetto che
ha saputo
trasmettere anche
ai suoi
figli.
Probabilmente la
quercia venne
sempre
risparmiata dal
taglio,
nonostante la
sua presenza
sottraesse alle
colture una
superficie di
almeno 700
mq, proprio
per la
sua non
comune bellezza,
la stessa
bellezza che
oggi la
rende meta
di frequenti
visite,
nonostante la
strada per
raggiungerla non
sia proprio
agevole. Infatti,
racconta
l’ottantacinquenne
Alvaro Genangeli,
che per
ultimo ha
lavorato nel
podere, in
passato c’erano
altre querce
nel campo,
che vennero
via via
abbattute. Solo
la Cerquabella
venne
risparmiata.
La
pianta non
ha una
grande storia.
Nell’economia
delle famiglie
che si
sono succedute
nel podere
essa veniva
usata solo
per le
ghiande che
produceva in
quantità
esorbitante.
Racconta sempre il
Genangeli che la vecchia quercia sicuramente avrà visto passare
sotto di sé, durante la seconda guerra mondiale, prima i tedeschi in
ritirata dopo la battaglia del Musone, e subito dopo gli alleati al
loro inseguimento. Le strade principali erano spesso minate o
interrotte, per cui molta parte degli spostamenti delle truppe
avveniva attraverso i campi.
[Articolo e foto di Valido Capodarca]